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Nel pomeriggio veniamo lasciati liberi di dedicarci ai nostri interessi, e io potrei tranquillamente salire in camera e buttarmi sul letto per continuare il romanzo della settimana appoggiata ai miei caldi cuscini; invece, scelgo di dirigermi all’Edificio e approfittare della sua sala di lettura.
Scovata una postazione libera e riparata, mi lascio cadere con dolcezza sulla poltroncina in finta pelle marrone. Una gradevole temperatura regna sovrana e le vetrate lustre sono alte abbastanza da permettere al cielo di giungere fino ai tavoli, fino a lambirmi le braccia e il volto. Distendo le gambe per quanto possibile e mi calo nel giallo che ho preso in prestito - una vicenda ricca di intrecci in cui una detective green indaga su una serie di crimini legati alla foresta tropicale. La trama mi è suonata nuovissima dal primo istante, dell’autrice non avevo mai sentito pronunciare il nome; ma ho esperienza sufficiente da sapere che sull’Isola si applicano regole particolari anche per la raccolta di testi e documenti.
Circa un anno fa, a pochi giorni dal mio arrivo, ho fatto qualche ricerca occulta, nella speranza di trovare almeno un paio delle mie opere fra questi scaffali; con rammarico, ho constatato che non ce n’era traccia. Una vocina fastidiosa sussurrava tenace al mio orecchio che avrei dovuto aspettarmelo - e ben presto mi sono resa conto che questa epurazione non riguarda me soltanto; ogni titolo presente qui mi è del tutto sconosciuto. Il materiale a disposizione degli ospiti è abbondante, ma introvabile nel mondo di fuori, ed è sempre improntato ad argomenti che non turbino la serenità della famiglia. Le comuni letture non varcano i nostri confini: “Un’anima quieta è un’anima sana”, ecco un altro dei motti tanto grati ai Riabilitatori.
Verso le sei, quando ormai ho il romanzo in grembo da due ore, Marzio si materializza davanti a me, munito di tisana calda e biscotti. Senza attendere alcun invito, si accomoda alla mia sinistra: “Vuoi favorire?” s’informa, con il suo tono robotico ma gentile. Io ringrazio e mi servo, assaporando con gusto uno dei dolcetti alla mandorla. Parliamo del più e del meno per mezz'ora, mentre il giorno va spegnendosi oltre le siepi del giardino. Poi, finalmente, Marzio svela il reale motivo della sua visita: “Ho notato il tuo interessamento per il tema trattato stamani” spiega, “e sono curioso di sapere se sei disposta a tenere una presentazione di fronte agli altri. Ti darò tutto il tempo di cui hai bisogno e ti procurerò la bibliografia necessaria a prepararti”, assicura.
Sorrido. Il suo invito mi lusinga da matti, e sono certa che potrei uscirmene con un lavoro eccellente: “Accetto volentieri. Ma non è inusuale affidare a noi un compito simile?”
Marzio accavalla le gambe e avvicina la tazza alle labbra prima di rispondere: “Non è troppo frequente, ma non è neppure inaudito. Dipende dai soggetti con cui abbiamo a che fare” conclude, e una puntura di spillo mi buca il fianco al sentirmi definire soggetto.
Però desidero davvero aderire alla proposta, e non intendo portargli rancore; perciò tendo la mano per suggellare il patto. Lui l’afferra con la sua presa salda.
Dopo di che si congeda, augurandomi con calore un felice proseguimento.
Sopra la sala sta scivolando l’oscurità, le lampade automatiche delle postazioni sono accese. Le finestre mi gettano addosso una strana luce viola, e guardando fuori credo di distinguere una forma bassa, in movimento fra i cespugli. Un animale, magari? Mi stacco dal tavolo e mi accosto ai vetri con curiosità; ma l’attimo è passato, e quell’ombra misteriosa è già svanita nell’aria silente del tramonto.
Una volta al mese, prima di andare a dormire, Marzio e Vittoria ci riuniscono nell’ampio soggiorno per farci ascoltare musica classica. In genere prediligono Mozart, ma anche altri compositori sono ben accetti: ciò che conta è che il brano sia lento e armonioso. Già preparati per la notte, infagottati nei nostri pigiami tutti uguali, veniamo fatti accomodare su morbidi e spaziosi guanciali, con le note in sottofondo a favorire un totale relax.
A detta dei Riabilitatori, i benefici di questa terapia sono comprovati da un pezzo: le note riducono il livello di cortisolo e aiutano la produzione di onde alfa, facilitando un senso di distensione. Priva dell’accompagnamento vocale, la melodia riduce ogni pena, spalancando la strada a un sonno ristoratore.
Al pari delle altre discipline presenti nel nostro piano di formazione, anche le cosiddette serate Amadeus puntano a restaurare un equilibrio interno; perseguire lo stato di quiete è il leitmotiv dominante qui sull’Isola - ormai ci abbiamo fatto il callo.
Nonostante io apprezzi questi ritrovi musicali, non posso impedire ai pensieri di convergere su Milo e sulla vita che conducevamo in Città: vorrei che potessimo di nuovo partecipare ai concerti da camera del teatro dell’opera, gustarne l’atmosfera raffinata. E vorrei far bella mostra di me nel mio abito lungo, scortata dal migliore dei cavalieri, scintillante sotto i lampadari di cristallo.
Ma getto intorno uno sguardo desolato e chino il capo con rassegnazione: dovrò accontentarmi di un cd e della compagnia di ospiti semiaddormentati e raggomitolati in posizione fetale.
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