giovedì 19 giugno 2025

21. ESPANSIONI


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Sotto il nome Espansioni trovate quella parte di narrazione che segue le esistenze dei nostri personaggi, ma non compare nel testo originale; perché il mondo di Liz è un organismo che va oltre...


Lunetta: Ho speso una buona metà del pomeriggio davanti allo specchio di camera, applicando ad arte un trucco leggero, capace di valorizzare labbra e zigomi senza essere troppo vistoso. Svolazzi e ghirigori non sono apprezzati in Zona Quattro, anche se realizzati con semplice kajal nero; per sciocca vanità, rischierei di beccarmi una bella multa, e non credo ne valga la pena. Chissà, invece, che capolavori di maquillage si vedono in giro nel Rango Cinque…
Forse avrei potuto osare un po’ di più almeno con la pettinatura, ma qua da noi le fonti di ispirazione sono piuttosto carenti; provo a lasciarmi contagiare dalle acconciature delle ragazze del quartiere, ma non trovo mai niente che mi scateni la fantasia. 
Privi di ritratti cui fare riferimento, persino gli specialisti nei saloni di bellezza sono a corto di idee: non esistono scatti di modelle acconciate, soltanto chilometriche descrizioni difficili da interpretare. 
Avessi ancora il vecchio catalogo della bisnonna! Lì, sì che scoverei spunti creativi!
Eppure, in tutta franchezza, non posso dirmi insoddisfatta del risultato: le mie lunghe ciocche brune incorniciano il volto alla perfezione, il corallo brilla lieve sul mio sorriso, la pelle emana una delicata, particolare fragranza agli agrumi… e sono certa che lui, sempre attento a ogni dettaglio, non si farà sfuggire la cura che gli ho dedicato. Perché è per lui (e lui soltanto!) che ho messo in piedi un restyling così meticoloso.
Per la serata mi attende il Temet Nosce, con la sua ottima selezione di cocktail e musicisti; e sebbene, per rotazione, il turno oggi non spetti a Milo, so per certo che presto o tardi si presenterà, tuffandosi fra il pubblico per godersi lo spettacolo. E, si spera, comparirà da solo: mi si stanno anchilosando le dita a furia di tenerle incrociate.
Nell’attimo in cui oltrepasso l’insegna bianca e rossa del locale, sono un leone ruggente; anzi, una leonessa, lanciata sulle tracce di una preda che non può sfuggirmi. Scendo giù, sotto il livello della strada, euforica. Ma come poggio il tacco sull’ultimo gradino, il corallo passato con tanta premura si fa gelido sulle mie labbra. 
Mi consolo pensando che la mia previsione era stata azzeccata: lui è davvero là, seduto a un tavolo tra la folla, con il suo approccio irresistibile. Ma il posto accanto al suo non è affatto vacante. Milo si è trovato compagnia, una compagnia che conosco a fondo: Liz Di Bianco, la mia deliziosa collega del piano terreno, un soggetto a me graditissimo fino a pochi secondi fa. 
Liz, la mia fidata amica dai tempi del liceo.
L’espressione di trionfo che sfoggiavo all’entrata si increspa, implode - e con lei implode tutto il mio animo. Ma non ho da temere figuracce: quei due appaiono troppo presi, troppo concentrati per gettare uno sguardo oltre il loro intimo microcosmo e leggere l’amarezza che mi pervade… mentre io sprofondo in mezzo ai flutti torrenziali di una cascata in piena.

*

Ripenso a quando, ancora ansanti, indugiavamo sul letto, stretti in un abbraccio; a quando appoggiavo il mio stupido cuore sopra il tuo petto. A come tenevo i miei sogni lì, a contrasto, sperando che l’impatto tra noi producesse polvere di stelle… mentre mi è chiaro, adesso, che l’aura del mio pianeta non ha mai sfiorato il tuo, neppure ai margini…
La sola speranza è che per te la monogamia non abbia poi tutto questo peso; nel nostro Rango la fedeltà conta assai poco, e tu ti sei sempre definito un figlio del vento, sovrano di te stesso. Ma la devozione e l’intensità con cui ti rivolgi a Liz mi dicono che i riflettori sulla tua vita da uomo libero si stanno affievolendo: guidato da una scintilla interna, trai vigore dallo stesso incendio che divampa quando affronti il palcoscenico.
Con i crampi allo stomaco, ti osservo rinunciare alla possibilità di immergerti in me, in noi - mentre aggiusti la rotta verso un orizzonte inesplorato.



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33. LA PAROLA ALL'AUTORE

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